domenica 10 novembre 2013

E' bello scoprire il volto contemporaneo di Roma

   Questa mattina con gli amici di Vediromainbici siamo andati alla scoperta di Roma contemporanea, ovvero di quelle grandi opere di architettura che hanno modificato il volto della città negli ultimi dieci anni, si tratta di opere di archistar. Grazie ai nostri due amici Arnaldo e Luca che ci hanno fatto da guida. Questa domenica mattina eravamo in 39, un bel numero, solo un po' di pioggia ci ha preso all'Auditorium, per il resto tanta allegria ha accompagnato la pedalata.

Si pedala verso la Moschea, attraversiamo villa Borghese.




     Eccoci alla Moschea. Si tratta della più grande moschea d’Europa, sorge su 30.000 mq di terreno e può ospitare fino a 12.000 fedeli, ad essa è unito un Centro Culturale Islamico, si tratta di un punto di riferimento importante per gli arabi presenti a Roma e non solo. E’ opera dell’architetto romano Paolo Portoghesi inaugurata il 21 giugno 1995, giorno del solstizio d’estate.
     Fu voluta da re Fausal dell’Arabia Saudita custode delle moschee di Mecca e Medina, quando ancora non vi erano arabi di fede musulmana immigrati dai paesi del nord Africa, cioè negli anni Settanta del Novecento. Il consiglio comunale di Roma donò il terreno nel 1974, la prima pietra fu posta nel 1984 alla presenza del presidente della Repubblica Sandro Pertini. Ci vollero più di dieci anni di lavori per giungere alla inaugurazione.



   Siamo giunti all'auditorium. L'auditorium Parco della Musica è stato progettato dall'architetto Renzo Piano, la sua costruzione è iniziata nel 1995 ed è stato inaugurato il 21 aprile 2002 (il 21 dicembre dello stesso anno è stata inaugurata la sala Santa Cecilia). Dalla distruzione dell'Auditorium all'interno del Mausoleo di Augusto (Augusteo 1936 - teatro Adriano - teatro Argentina - Auditorium via della Conciliazione) la città di Roma non aveva un luogo dedicato alla musica, svolgeva una simile funzione l'auditorium di via della Conciliazione.
   L'auditorium si compone di tre sale che dall'alto assomigliano a tre scarabei oppure a tre liuti, ogni sala è progettata per essere la cassa acustica più idonea per il genere di musica che vi verrà  interpretata. Tutti i materiali richiamano i colori di Roma: il bianco del travertino, il rosso dei mattoni, il grigio della copertura delle sale richiama la cupola del Pantheon. La sala Santa Cecilia da 2.700 posti dedicata ai concerti sinfonici per grandi orchestre. Le strutture portanti di copertura - di dimensioni eccezioni - sono costituite da travi in legno lamellare e acciaio. Il palcoscenico si trova quasi in posizione centrale circondato dai vigneti, cioè i posti a sedere posti su diversi livelli. Il controsoffitto - vera innovazione - è costituito da 26 gusci in legno ciliegio americano di 180 mq ciascuno, nel complesso coprono una superficie di 4.000 mq. Il tempo di riverberazione del suono è di 2,2 secondi. E' la più grande sala da concerti d'Europa. La sala Giuseppe Sinopoli da 1.200 posti si adatta ai più diversi tipi di musica anche perchè l'orchestra può assumere varie posizioni. La sala Petrassi da 700 posti per generi musicali più nuovi a causa dei tempi di riverberazione dei suoni, per rappresentazioni teatrali e cinematografiche perchè permette il cambio delle scene e dei costumi. Le due pareti laterali del palco possono ruotare di 90° così da realizzare il boccascena, tradizionale sipario all'italiana. Esiste una quarta sala: il teatro Studio, uno spazio poliedrico di 492 mq con 330 posti, aperta nel settembre 2005, dotato di posti a sedere non fissi, si trova tra la sala Petrassi e la sala Sinopoli. In quest'area si trovano il Teatro Studio1 - 2 - 3 ognuno di 120 mq, di ciliegio, con annessa sala di regia.
   Nel foyer, lungo 150 metri, si trovano venti testi dell'artista toscano Maurizio Nannucci.




   Siamo al MAXXI, quante bici parcheggiate, si vede a terra l'acqua della pioggia appena terminata.
     Il MAXXI è il Museo delle Arti del XXI secolo, un museo dedicato alla creatività contemporanea pensato come un grande campus, un laboratorio di sperimentazione, studio e ricerca.

     Il MAXXI ha lo scopo di promuovere l’arte e l’architettura del XXI secolo, di raccoglierne le testimonianze artistiche contemporanee e metterle a disposizione del pubblico. Ha due anime: il MAXXI architettura e il MAXXI arte, queste hanno in comune spazi e risorse. 
     Nel 1997 il Ministero dei Beni Culturali individua l’area dove erigere un polo nazionale per l’arte contemporanea sull’esempio del Beaubourg di Parigi. Viene scelta l’area della caserma Montello da anni in abbandono in via Guido Reni 4a al quartiere Flaminio.
     Nel 1998 viene bandito un concorso internazionale per l’edificazione di un edificio con questo scopo. Vengono presentati 273 progetti, di questi solo 15 vengono ammessi alla seconda fase, in tre mesi di tempo elaborano un progetto dettagliato con il limite di conservare l’edificio lungo via Guido Reni ed un capannone (edificio D) presso l’oratorio della chiesa di Santa Croce.
     Nel 1999 viene scelto il progetto della arch. anglo iraniana Zaha Hadid per la soluzione innovativa e fortemente creativa, si tratta della prima donna chiamata ad erigere un edificio di così grande importanza nella città dei papi e degli imperatori. La complessità delle forme, le pareti curvilinee, il variare e l’intrecciarsi delle quote determinano una trama spaziale e funzionale di grande interesse per i visitatori, proiettati in percorsi sempre diversi.
     In questo progetto più ambienti convivono in una sequenza di gallerie illuminate totalmente dalla luce naturale. Una piazza accoglie i visitatori. All’entrata una grande hall ospita l’accoglienza, l’entrata all’auditorium, la caffetteria con il bookshop, quindi le gallerie per la collezione permanente e le mostre temporanee.
     Il sistema di copertura è composto da una doppia vetrata superiore e una inferiore, è protetto all’esterno da un frangisole di griglie metalliche che, oltre a schermare la luce, diventano passerelle percorribili a fini manutentivi.
     La miscela utilizzata per il calcestruzzo garantisce una superficie compatta e liscia, permette di realizzare pareti di grandi dimensioni.
     Il New York Times ha paragonato questa realizzazione di Zaha Hadid a un’opera del Bernini, ma l’autrice ha risposto che questo nuovo museo corrisponde solo a quelle che sono le sue idee: “Lo spazio – dice – deve essere un luogo in cui le persone si sentano bene. Questo è il vero lusso”




 Siamo al Ponte della Musica recentemente intitolato ad Armando Trovaioli.
     Martedì 31 maggio 2011 è stato inaugurato il ponte della Musica, esso collega il Foro Italico con il MAXXI, il teatro Olimpico, l’Auditorium e villa Glori. Si presenta sinuoso come un’arpa. Un concorso internazionale nel 2000 ha assegnato la vittoria al progetto dello studio Burò Happold di Londra che ha realizzato edifici e ponti nei paesi arabi (Abu Dhabi) e a New York. Il progetto vincitore è stato sviluppato con la società ingegneristica Carlo Lotti e associati, una società specializzata in ponti e dighe. Il ponte era stato previsto – inizialmente – solo pedonale, poi è stata aggiunta una corsia centrale per il tram,  del tram non si è più parlato, ora si pensa ad un mini bus elettrico che colleghi le due sponde. La prima pietra è stata posta nel 2008. La corsia per i mezzi pubblici è asfaltata, quella pedonale e ciclabile ha doghe in legno su acciaio (lunghe 14 cm, spesse 5 cm). La lunghezza del ponte è di 190 metri, l’arco luce è di 160 m, la larghezza di 18 m, pesa 2.000 t, è costato 8 milioni di euro. 


Ultima tappa dell'itinerario di oggi la teca dell'Ara Pacis. 
     La teca contiene l’Ara Pacis Augustae, un altare dedicato da Augusto nel 9 a.C. alla Pace intesa come dea e posto in Campo Marzio nel luogo (corrispondente all’incirca all’attuale piazza San Lorenzo in Lucina) dove era il punto in cui un console di ritorno da una spedizione militare perdeva l’imperium e ritornava semplice cittadino romano. L’altare voleva celebrare la pace interna a Roma ristabilita da Augusto dopo tanti anni di guerre civili. La sua costruzione fu decisa dal Senato al ritorno a Roma di Augusto dopo tre anni di guerra in Spagna e Gallia meridionale.
     I frammenti di questa imponente scultura furono ritrovati a partire dal 1568, ma i più numerosi nel 1937-38 durante una campagna di scavi regolari. Il 23 settembre 1938 venne inaugurata la teca su progetto di Vittorio Ballio Morpurgo che conteneva l’altare ricostruito. Il 21 aprile 2006 è stato inaugurata la nuova teca per contenere l’Ara Pacis, visto che la precedente era inaudeguata alla buona conservazione dell’antico manufatto.
     L’importanza del progetto deriva dal fatto che era la prima volta che si interveniva, con un edificio così importante, nel centro storico di Roma tutelato dall’UNESCO come patrimonio mondiale dell’umanità. Si tratta di un’opera di Richard Meier, costruita in acciaio, travertino, vetro e stucco. Si erge sopraelevata con ampie superfici vetrate. Il colore bianco è distintivo dell’architetto, le lastre di travertino che decorano parte dell’edificio sono invece frutto di modifiche apportate in corso d’opera (dovevano essere in alluminio). Nella nuova costruzione è stata conservata la lunga iscrizione delle “Res gestae Augusti”, una sorta di testamento dell’imperatore Ottaviano Augusto posto sul lato che guarda il suo mausoleo. Del complesso fanno parte una fontana e una scalinata che nell’insieme costituiscono una nuova piazza. Gli spazi del museo sono modulati sul contrasto luce e penombra. Particolarmente legati a questo effetto risultano i primi due corpi di fabbrica: dopo una zona di penombra si trova la galleria di accesso, quindi il padiglione centrale con l’Ara Pacis vera e propria. La luce passa attraverso 500 mq di lastre di cristallo. Al piano di sotto si trovano delle sale per mostre temporanee e una mostra permanente che illustra la storia e gli studi su questo monumento. Verso via Ripetta si trova un auditorium destinato a conferenze e spettacoli musicali. Nel progetto originario il lungotevere doveva passare in tunnel sotterraneo in modo da congiungere la teca dell’Ara Pacis con il Tevere, terminando con un affaccio sul fiume. Purtroppo le restrizioni economiche in questi tempi di crisi hanno fatto accantonare questo progetto. Per il 2014, bimillenario della morte di Augusto, è prevista una riqualificazione della piazza intorno al mausoleo che permetterà una maggiore godibilità dell’insieme.


Buona domenica e buon inizio di settimana a tutti!

2 commenti:

  1. L'escursione, nonostante il tempo incerto, mi sembra che sia riuscita abbastanza bene, ma vedere 5 opere così importanti in 2-3 ore mi sembra un po' eccessivo, costringe la guida a limitare l' esposizione a poche essenziali notizie, vedo infatti che nel tuo blog dai altre notizie integrative...La guida, alla fine della passeggiata, resta sempre insoddisfatto ...vorrebbe comunicare le sue conoscenze e il suo entusiasmo...ma manca il tempo e anche, bisogna dirlo, non tutti mostrano interesse adeguato; oggi nella visita al MAXXI ho voluto sperimentare la lettura partecipata per cercare di coinvolgere attivamente tutti i partecipanti; qualcuno ne era entusiasta anche perchè poteva portare a casa il ricordo della visita; in questo modo, anche se la guida tralascia alcune parti, le persone interessate possono completare l'informazione a casa. Arnaldo

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  2. Questo problema - la mancanza di tempo - c'è sempre! Bisogna tenere presente che principalmente è una passeggiata in bici!!! Molti sono interessati all'aspetto culturale, altri meno. La controprova è che alla prima sosta (la Moschea) tutti erano intorno a te per ascoltarti, alla seconda (l'Auditorium) ad ascoltarti era la minoranza, e così via. Tutto ciò non per tuo demerito, ma così avviene tutte le volte!

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